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Pronti, attenti…? Si ricomincia!
9 Ottobre 2019 by Dott.ssa Francesca Dellai in Apprendimento

La scuola è ripartita! Ormai il conto alla rovescia è passato da tempo e gli studenti hanno ripreso (più o meno piacevolmente) la scuola. Potrebbe essere questo il momento giusto per partire con le giuste strategie in fatto di studio. Siamo carichi e rigenerati dopo la pausa estiva. La voglia di stare in compagnia di amici e compagni di classe hanno ancora la meglio su aspetti meno piacevoli per gli studenti (vedi verifiche, studiare, fare compiti…). Come possiamo quindi sfruttare queste piacevoli sensazioni per iniziare al meglio l’anno scolastico?  

Ecco quattro piccoli passi per partire con il piede giusto:

  1. Partiamo organizzati. Eh già, riuscire a pianificare al meglio le attività che dobbiamo svolgere può davvero fare la differenza. Una buona pianificazione tiene conto di differenti aspetti, prima di tutto le attività per noi ‘obbligatorie’. Sono utili tabelle che ci permettano di vedere nero su bianco cosa dobbiamo fare e quando. Per questo motivo vi lascio qui una tabella che ho costruito pensando agli studenti, per aiutarli ad impostare il proprio studio al meglio. Chiaramente andrebbe personalizzata a seconda dell’età e delle necessità di ciascuno, tuttavia il mio intento è darvi una idea di quali elementi sono importanti da considerare. Per poter pianificare al meglio è importante considerare aspetti quali: orario scolastico, attività extra scolastiche (sport, musica, scout…) e impegni famigliari. Solo per citare quelli più frequenti. Ognuno aggiunga il proprio 🙂 è importante inserire in ogni caso eventuali verifiche ed interrogazioni programmate, così da poter suddividere lo studio in più giornate.    
    Qui trovate il link per scaricare gratuitamente la tabella: la mia settimana.
  2. Alterniamo momenti di lavoro ad attività più piacevoli. Questo aspetto viene spesso trascurato: sia dai genitori, che le vedono talvolta come attività perditempo, sia dagli studenti stessi che sfiduciati spesso finiscono a pensare che per lo studio si debba rinunciare a tutto il resto. Se ci si pianifica in modo ottimale ci si potrà invece ritagliare del tempo per i propri interessi ed hobby, che consentono anche di far durare il più a lungo possibile gli effetti positivi delle vacanze estive (che ormai ci sembrano forse un lontano ricordo…). È dunque importante prevedere momenti in cui ci si possa dedicare ad altro, appunto uno sport oppure all’apprendimento di uno strumento musicale, ma anche a vere e proprie pause all’interno del tempo che si dedica allo studio. Calcoliamo che in media (con talvolta significative differenze personali) uno studente della scuola primaria può lavorare per un periodo di circa venti – trenta minuti, da alternare a qualche breve pausa; uno studente della scuola secondaria di primo grado invece potrebbe poter lavorare anche per un periodo di quaranta minuti, facendo poi seguire qualche momento di relax, ma anche in questo caso è importante considerare la variabilità personale!
  3. Prendiamoci cura del materiale e dello spazio in cui lavoriamo. Sembra banale ma non lo è! La mente trae beneficio dal poter studiare e lavorare all’interno di uno spazio dedicato, che sia pulito e ben organizzato, non intralciato da materiale inutile. Troviamo quindi all’interno della casa uno spazio per una scrivania (o un tavolo) che possa essere utilizzato per i compiti e lo studio. Teniamolo pulito e il più libero possibile. Teniamo disponibili solo il materiale che davvero ci serve in quel momento, per la specifica attività o materia che andremo a svolgere. In questo modo eviteremo di essere distratti o di dover far lavorare la mente per nulla, alla ricerca di quali elementi siano davvero utili 🙂
  4. Usiamo metodo: questo quarto punto richiederebbe molte pagine di spiegazione perchè davvero con metodo possiamo intendere tante cose. Parliamo di metodo sia quando ci riferiamo ai punti precedenti (quindi al nostro metodo di lavoro che racchiude in sé pianificazione e organizzazione) ma anche metodo di studio vero e proprio. Io sono una forte sostenitrice della personalizzazione del proprio metodo di studio, in quanto ognuno di noi ha peculiarità che è importante riconoscere e valorizzare. Per la necessità di essere brevi condivido con voi qualche domanda che può iniziare a chiarirci su quali aspetti focalizzarci: 
  • quando vado in giro per strada ricordo meglio dettagli visivi (colori, mezzi di trasporto, vestiti delle persone che incontro, edifici…) oppure parole che leggo qua e là (cartelli stradali, taghe, insegne, locandine che trovo per strada…)? È importante capire se il nostro cervello è facilitato nel ricordare immagini oppure testo verbale, perché il metodo di studio potrà essere costruito a seconda di questa ‘naturale predisposizione’, per esempio utilizzando preferibilmente colori (evidenziatori, matite colorate, post it…) oppure schemi con parole chiave. 
  • Per quanto tempo riesco a concentrarmi consecutivamente senza venire distratto da pensieri e dettagli inutili? Uso pure l’orologio per conoscermi meglio da questo punto di vista, mi raccomando però, con curiosità e non con giudizio! Anche se io stessi attenta cinque o dieci minuti non importa, saperlo mi permette di organizzare il mio pomeriggio di studio al meglio! 

Qui sotto vi lascio l’infografia, che riassume i concetti chiave dell’articolo;

 

se volete scaricarlo gratuitamente ecco il link: organizzazione studio

Buon lavoro! 🙂

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  • #scuola #metododistudio #organizzazione
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Esce oggi l'articolo sulla #identità! Parliamo in Esce oggi l'articolo sulla #identità! Parliamo infatti del viaggio nelle molteplici voci personali che ognuno di noi ha.

La nostra identità è caratterizzata da differenti auto rappresentazioni, simili a storie che intessiamo fin da quando siamo bambini e che ci accompagnano giorno dopo giorno e attraverso le quali diamo un senso alla nostra esperienza e agli eventi che viviamo. 

Costruiamo dunque storie e narrazioni attraverso le quali cerchiamo di cogliere significati e di conoscere il mondo che abitiamo. 

Talvolta l'identità può generare conflitti, come se più voci o più parti di sé lottassero per prevalere sulle altre, in cui i ruoli impersonati non trovassero spazio ed equilibrio, con la possibilità che un ruolo prevalga sugli altri. 

Un esempio fra tutti, quello che potrebbe sperimentare una donna nel momento in cui diventa madre. 

Se da una parte la donna può sentire il proprio rispecchiamento per il suo ruolo di madre, sentendo suoi i valori della famiglia e dell'amore per il figlio, dall’altra potrebbero rimanere la voglia e il bisogno di mantenere attivi gli altri ruoli in cui si riconosce e si sente se stessa. 

Se ti interessa, approfondiamo l'argomento sul mio sito, nell'ultimo articolo che ho scritto per voi, link in bio e oggi nelle storie!
Tre frasi da evitare di dire a un neo genitore

❌Ma lo vizi così 
❌Ai miei tempi si faceva così 
❗️ma come sei stanco 

Seppur dette con le migliori intenzioni aiutano poco i neo genitori, rischiando di farli sentire giudicati o in difetto.

La stanchezza 😴è normale nei primi mesi, sottolinearlo aiuta poco🙂meglio offrire aiuto concreto o una parola gentile.

Le prime due frasi, dal canto loro, rimandano a differenti idee e informazioni sullo stile genitoriale, con il rischio di creare ancor più confusione.

▶️Utile condividere informazioni e idee, purché poi non ci si aspetti che i genitori seguano in senso stretto le idee proposte. 

💛La genitorialita è una strada in divenire e complessa, e soprattutto personale. 

❣️Lasciamo l’opportunità di sperimentare come ognuno crede per se stesso, anche attraverso le inevitabili prove ed errori.
N come neo genitori La genitorialità la possiamo N come neo genitori

La genitorialità la possiamo intendere come una sfida continua, un percorso che inizia fin da prima della nascita del proprio bambino e che perdura tutta la vita. La sfida diventa complessa se pensiamo che abbiamo a che fare con una relazione di cura, del ‘prendersi cura’ di un altro essere umano, che per lo più si trova a vivere, a sua volta, un compito avvincente e talvolta difficile: crescere. 

Essere genitori efficaci, poi, non è un’abilità rigida e stabilita una volta per tutte, che abbiamo oppure no. 

Lo possiamo pensare più come ad un percorso, un qualcosa che otteniamo facendo, sperimentando, riaggiustando le abilità necessarie anche in funzione del momento evolutivo con cui abbiamo a che fare.

Quando si diventa genitori possono subentrare altri cambiamenti sfidanti, quali per esempio:
🧸la necessità di rivedere gli equilibri della coppia e della famiglia
🧸la riorganizzazione di spazio e tempo personale e famigliare
🧸la difficoltà di farsi riconoscere e riconoscere in prima persona altri propri bisogni, ruoli, desideri, slegati dalla genitorialitá 

Se da una parte la persona potrebbe sentire il proprio rispecchiamento per il suo ruolo di genitore, sentendo suoi i valori della famiglia e dell'amore per il figliə, dall’altra potrebbero rimanere la voglia e il bisogno di mantenere attivi gli altri ruoli in cui si riconosce e si sente se stessə. 

Ri trovare il proprio equilibrio dunque non solo è possibile ma diventa fondamentale.

A piccoli passi, da fare con consapevolezza e costanza.

Se vi interessa l'argomento Non perdetevi i prossimi articoli che sto scrivendo per voi in uscita sul mio blog, approfondiremo questi due temi fra loro intrecciati: identità e genitorialità.
A volte le persone in terapia mi chiedono: perchè A volte le persone in terapia mi chiedono: perchè è così difficile cambiare? Perchè continuo a fare gli stessi errori?

Riflettiamo insieme. 

Le nostre (tentate) strategie, anche quando sappiamo che non sono più utili ed efficaci, sono ciò che ci ha fatto compagnia, talvolta per tanto tempo, per cui cambiare rotta richiede tempo. 

Pazienza, determinazione, pazienza, tempo, consapevolezza.

Una ricaduta non parla di noi, ciò che davvero fa la differenza, è quante volte dopo una (ri)caduta scegliamo di (ri)alzarci e (ri)provarci.

Ogni nuovo giorno è l'occasione giusta per scegliere di rialzarsi e cambiare rotta!
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