Oggi vi racconto la storia di Paola.
Paola è una donna che da anni soffre e che è stufa del suo malessere, sebbene non riesca a cambiare strada. La sua (inefficace) strategia è rivolgere il suo malessere al cibo, amico-nemico che le offre distrazione, conforto, un benessere-distrazione che ben presto si trasforma in pesantezza, nausa, senso di colpa.
Ora il suo rapporto con il marito è in crisi, in difficoltà e teme di perderlo.
Ha paura di perdere anche lui, perchè già da tempo sente di essersi persa.
Nel cibo trova rifugio e alleato, non giudizio. È lì pronto a soddisfare le sue immediate esigenze di soffocare stati d’animo e malesseri.
Il punto è che poi, la pancia è piena e così la mente. Non solo delle emozioni e dei sentimenti antecedenti ma anche di quelli che si fanno strada per aver utilizzato nuovamente una strategia temporanea.
Di frequente nei nostri incontri lei parla di abbuffata.
Questo termine fa riferimento all’esagerazione, alla mancanza di controllo.
Eppure questa narrazione non ci aiuta nella consapevolezza e nel cambiare modalità di vivere certe situazioni. Non ci aiuta ad accettare e far fluire le emozioni e non favorisce un miglioramento nell’efficacia che percepisce di sé e di come gestisce gli eventi.
Sembra una questione da poco eppure è fondamentale la scelta delle parole che usiamo per descriverci e raccontare di noi e della nostra storia.
Quali possono essere domande utili da porsi per imparare ad ascoltarsi?
▶️Quali pensieri, sensazioni, immagini mi scorrono nella mente quando uso la parola ‘abbuffata’? Quale è stata l’ultima volta in cui l’ho detta? Come mi sono sentitə? Quali sensazioni sentiva il mio corpo? Cosa cambierebbe nel mio vissuto se sostituissi questa parola con una frase del tipo ‘in questa situazione ho mangiato più del necessario’?
Oggi vorrei quindi invitarvi a soffermarci su quanto sia importante e ricca l’esperienza legata al cibo. Può diventare una trappola oppure può essere o diventare una forma di cura e di amore verso noi stessi, un vero e proprio nutrimento di corpo e mente.
Vi siete mai chiesti quali sono gli aspetti da considerare, quando parliamo di alimentazione?
Alimentarsi è infatti uno di quei gesti che svolgiamo tutti i giorni, più volte al giorno, eppure di frequente è così automatizzato che non prestiamo la giusta attenzione a questa attività, così importante per il nostro benessere psico fisico.
Diversi sono gli aspetti implicati:
- la differenza fra fame fisiologica e fame emotiva
- La molteplicità di sensazioni ed emozioni che entrano in gioco quando ci approcciamo al cibo, con i suoi profumi, sapori, consistenze
- I pensieri e i desideri che arricchiscono l’esperienza culinaria e l’atto stesso del mangiare
- Le emozioni che viviamo, prima, dopo e durante il mangiare.
Il mio invito dunque, almeno per oggi, è quello di scegliere uno di questi aspetti e portare proprio lì la tua attenzione e consapevolezza, prima, durante e al termine dei tuoi pasti.
E se ti chiedi come è andata a finire per Paola, ora te lo racconto brevemente. Con lei abbiamo svolto questo, e molti altri, esercizi e riflessioni e la sua esperienza legata al cibo è cambiata significativamente, così come la sua capacità di ascoltare le sue emozioni e prendersene cura.
Quindi oggi tocca a te:
🌸quale esercizio scegli?
🌸che differenza cogli?
Buon ascolto di te stessə.