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Paola e le sue abbuffate
29 Agosto 2023 by Dott.ssa Francesca Dellai in Alimentazione

Oggi vi racconto la storia di Paola.

Paola è una donna che da anni soffre e che è stufa del suo malessere, sebbene non riesca a cambiare strada. La sua (inefficace) strategia è rivolgere il suo malessere al cibo, amico-nemico che le offre distrazione, conforto, un benessere-distrazione che ben presto si trasforma in pesantezza, nausa, senso di colpa.

Ora il suo rapporto con il marito è in crisi, in difficoltà e teme di perderlo.

Ha paura di perdere anche lui, perchè già da tempo sente di essersi persa.

Nel cibo trova rifugio e alleato, non giudizio. È lì pronto a soddisfare le sue immediate esigenze di soffocare stati d’animo e malesseri. 

Il punto è che poi, la pancia è piena e così la mente. Non solo delle emozioni e dei sentimenti antecedenti ma anche di quelli che si fanno strada per aver utilizzato nuovamente una strategia temporanea. 

Di frequente nei nostri incontri lei parla di abbuffata.

Questo termine fa riferimento all’esagerazione, alla mancanza di controllo.

Eppure questa narrazione non ci aiuta nella consapevolezza e nel cambiare modalità di vivere certe situazioni. Non ci aiuta ad accettare e far fluire le emozioni e non favorisce un miglioramento nell’efficacia che percepisce di sé e di come gestisce gli eventi. 

Sembra una questione da poco eppure è fondamentale la scelta delle parole che usiamo per descriverci e raccontare di noi e della nostra storia.

Quali pensieri, sensazioni, immagini mi scorrono nella mente quando uso la parola ‘abbuffata’? Quale è stata l’ultima volta in cui l’ho detta? Come mi sono sentitə? Quali sensazioni sentiva il mio  corpo? Cosa cambierebbe nel mio vissuto se sostituissi questa parola con una frase del tipo ‘in questa situazione ho mangiato più del necessario’? 

Oggi vorrei quindi invitarvi a soffermarci su quanto sia importante e ricca l’esperienza legata al cibo. Può diventare una trappola oppure può essere o diventare una forma di cura e di amore verso noi stessi, un vero e proprio nutrimento di corpo e mente. 

Vi siete mai chiesti quali sono gli aspetti da considerare, quando parliamo di alimentazione? Alimentarsi è infatti uno di quei gesti che svolgiamo tutti i giorni, più volte al giorno, eppure di frequente è così automatizzato che non prestiamo la giusta attenzione a questa attività, così importante per il nostro benessere psico fisico.

Diversi sono gli aspetti implicati:

  • la differenza fra fame fisiologica e fame emotiva 
  • La molteplicità di sensazioni ed emozioni che entrano in gioco quando ci approcciamo al cibo, con i suoi profumi, sapori, consistenze
  • I pensieri e i desideri che arricchiscono l’esperienza culinaria e l’atto stesso del mangiare
  • Le emozioni che viviamo, prima, dopo e durante il mangiare.

Il mio invito dunque, almeno per oggi, è quello di scegliere uno di questi aspetti e portare la tua attenzione e consapevolezza, prima e durante e al termine dei tuoi pasti. 

E se ti chiedi come è andata a finire per Paola. Con lei abbiamo svolto questo, e molti altri esercizi e riflessioni e la sua esperienza legata al cibo è cambiata significativamente, così come la sua capacità di ascoltare le sue emozioni e prendersene cura. 

Quindi oggi tocca a te: quale differenza cogli?

Buon ascolto di te stessə.

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Esce oggi l'articolo sulla #identità! Parliamo in Esce oggi l'articolo sulla #identità! Parliamo infatti del viaggio nelle molteplici voci personali che ognuno di noi ha.

La nostra identità è caratterizzata da differenti auto rappresentazioni, simili a storie che intessiamo fin da quando siamo bambini e che ci accompagnano giorno dopo giorno e attraverso le quali diamo un senso alla nostra esperienza e agli eventi che viviamo. 

Costruiamo dunque storie e narrazioni attraverso le quali cerchiamo di cogliere significati e di conoscere il mondo che abitiamo. 

Talvolta l'identità può generare conflitti, come se più voci o più parti di sé lottassero per prevalere sulle altre, in cui i ruoli impersonati non trovassero spazio ed equilibrio, con la possibilità che un ruolo prevalga sugli altri. 

Un esempio fra tutti, quello che potrebbe sperimentare una donna nel momento in cui diventa madre. 

Se da una parte la donna può sentire il proprio rispecchiamento per il suo ruolo di madre, sentendo suoi i valori della famiglia e dell'amore per il figlio, dall’altra potrebbero rimanere la voglia e il bisogno di mantenere attivi gli altri ruoli in cui si riconosce e si sente se stessa. 

Se ti interessa, approfondiamo l'argomento sul mio sito, nell'ultimo articolo che ho scritto per voi, link in bio e oggi nelle storie!
Tre frasi da evitare di dire a un neo genitore

❌Ma lo vizi così 
❌Ai miei tempi si faceva così 
❗️ma come sei stanco 

Seppur dette con le migliori intenzioni aiutano poco i neo genitori, rischiando di farli sentire giudicati o in difetto.

La stanchezza 😴è normale nei primi mesi, sottolinearlo aiuta poco🙂meglio offrire aiuto concreto o una parola gentile.

Le prime due frasi, dal canto loro, rimandano a differenti idee e informazioni sullo stile genitoriale, con il rischio di creare ancor più confusione.

▶️Utile condividere informazioni e idee, purché poi non ci si aspetti che i genitori seguano in senso stretto le idee proposte. 

💛La genitorialita è una strada in divenire e complessa, e soprattutto personale. 

❣️Lasciamo l’opportunità di sperimentare come ognuno crede per se stesso, anche attraverso le inevitabili prove ed errori.
N come neo genitori La genitorialità la possiamo N come neo genitori

La genitorialità la possiamo intendere come una sfida continua, un percorso che inizia fin da prima della nascita del proprio bambino e che perdura tutta la vita. La sfida diventa complessa se pensiamo che abbiamo a che fare con una relazione di cura, del ‘prendersi cura’ di un altro essere umano, che per lo più si trova a vivere, a sua volta, un compito avvincente e talvolta difficile: crescere. 

Essere genitori efficaci, poi, non è un’abilità rigida e stabilita una volta per tutte, che abbiamo oppure no. 

Lo possiamo pensare più come ad un percorso, un qualcosa che otteniamo facendo, sperimentando, riaggiustando le abilità necessarie anche in funzione del momento evolutivo con cui abbiamo a che fare.

Quando si diventa genitori possono subentrare altri cambiamenti sfidanti, quali per esempio:
🧸la necessità di rivedere gli equilibri della coppia e della famiglia
🧸la riorganizzazione di spazio e tempo personale e famigliare
🧸la difficoltà di farsi riconoscere e riconoscere in prima persona altri propri bisogni, ruoli, desideri, slegati dalla genitorialitá 

Se da una parte la persona potrebbe sentire il proprio rispecchiamento per il suo ruolo di genitore, sentendo suoi i valori della famiglia e dell'amore per il figliə, dall’altra potrebbero rimanere la voglia e il bisogno di mantenere attivi gli altri ruoli in cui si riconosce e si sente se stessə. 

Ri trovare il proprio equilibrio dunque non solo è possibile ma diventa fondamentale.

A piccoli passi, da fare con consapevolezza e costanza.

Se vi interessa l'argomento Non perdetevi i prossimi articoli che sto scrivendo per voi in uscita sul mio blog, approfondiremo questi due temi fra loro intrecciati: identità e genitorialità.
A volte le persone in terapia mi chiedono: perchè A volte le persone in terapia mi chiedono: perchè è così difficile cambiare? Perchè continuo a fare gli stessi errori?

Riflettiamo insieme. 

Le nostre (tentate) strategie, anche quando sappiamo che non sono più utili ed efficaci, sono ciò che ci ha fatto compagnia, talvolta per tanto tempo, per cui cambiare rotta richiede tempo. 

Pazienza, determinazione, pazienza, tempo, consapevolezza.

Una ricaduta non parla di noi, ciò che davvero fa la differenza, è quante volte dopo una (ri)caduta scegliamo di (ri)alzarci e (ri)provarci.

Ogni nuovo giorno è l'occasione giusta per scegliere di rialzarsi e cambiare rotta!
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