Il 2 aprile è stata la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, sindrome con la quale ho lavorato per anni e che porto nel cuore.
Scrivere e narrare rispetto all’autismo non è semplice, in quanto le cose da dire non sono poche e la variabilità delle diverse storie è davvero ampia. Qui quindi l’intento è dare qualche informazione utile per capire di cosa parliamo quando diciamo ‘autismo’ e dare una infarinatura su alcuni elementi da tenere in considerazione quando si progetta l’intervento da svolgere.
Cosa è l’autismo?
I Disturbi dello Spettro Autistico, così definiti dal DSM-V, sono riferibili alle anomalie dello sviluppo neuropsichico ad insorgenza precoce (Polsek, 2011).
Con ‘Disturbi dello Spettro Autistico’ si intende dunque un gruppo di disturbi eterogeneo per esordio, decorso ed evoluzione, in cui sono riscontrabili alterazioni dello sviluppo sociale e delle competenze comunicative. Persone con tale diagnosi mostrano anomalie qualitative in tre differenti aree:
- l’interazione sociale reciproca
- i deficit comunicativi e linguistici
- la povertà di interessi e la tendenza alla ripetitività
Come per chiunque altro, seppur accumunati da alcuni elementi riscontrabili in tutti i soggetti con diagnosi di Autismo, ogni persona mostra differenze individuali. Ed è fondamentale riconoscerle e rispettarle.
Quali aspetti è fondamentale tenere in considerazione nei diversi interventi da attuare?
I disturbi dello spettro autistico hanno a che fare soprattutto con gli aspetti comunicativi e relazionali. Per tale ragione diventa fondamentale coinvolgere genitori ed eventuali altri caregiver (insegnanti, nonni, altre figure educative) che si occupano della persona con autismo, per identificare gli obiettivi prioritari dell’intervento e concordare strategie per raggiungerli. Anche in questo caso, l’unione fa la forza!
Per quanto concerne gli interventi ve ne sono di diverso tipo, sia diretti con il bambino che indiretti se svolti con i genitori. Le Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità e la letteratura scientifica ritengono fondamentale la presa in carico e la cura dei genitori in quanto:
- migliorano la gestione della comunicazione sociale
- diminuiscono i comportamenti problema
- aiutano il benessere emotivo dell’intera famiglia
L’intervento mediato dai genitori – detto anche Parent Training – può essere svolto con la singola coppia oppure di gruppo; rappresenta uno strumento universalmente riconosciuto, valido ed efficace. Quando viene svolto in gruppo è la stessa dimensione di gruppo a favorire la condivisione di strategie educative e di vissuti emotivi, permettendo di smussare anche il senso di impotenza e di colpa che può essere presente nei genitori.
A prescindere dal modo in cui viene svolto (di gruppo o individuale) è utile implementare e promuovere le competenze genitoriali. Infatti è fondamentale allenarsi ad aumentare la propria consapevolezza e la comprensione del funzionamento proprio e altrui nelle sfere sociali ed emotive: imparare a cogliere convinzioni, pensieri e necessità nostre e dei nostri cari ci aiuta ad andare in una direzione utile all’intera famiglia.
Non bisogna inoltre sottovalutare altri due aspetti:
- l’importanza della tempestività dell’intervento: prima si comincia e meglio è!
- l’organizzazione degli spazi e degli ambienti di casa. Le persone con autismo trovano giovamento da routine e ‘pulizia’ degli spazi; avendo una sensibilità sensoriale particolare, è davvero utile predisporre l’ambiente di casa affinché favorisca autonomia e non sovraccarichi la persona.