Diventare grandi non è affatto facile! La preadolescenza è quel periodo di vita un po’ ambiguo, in cui è vero che non si è più bambini, ma è altrettanto vero che non si è ancora adulti. Va all’incirca dai 10 ai 13 anni e si tratta di un vero e proprio momento di transizione in cui avvengono una serie di cambiamenti mentali, emotivi e fisici che preparano all’inserimento nel mondo degli adulti. Sono anni carichi di significati sociali importanti in cui la percezione di sé da parte dei ragazzi si modifica notevolmente, così come le competenze intellettuali. Vediamo insieme come possiamo aiutare i nostri ragazzi a vivere al meglio questo delicato periodo della loro vita.
Quali cambiamenti porta la preadolescenza?
Durante la preadolescenza i cambiamenti riguardano diverse aree di vita: si cambia scuola, si incontrano nuovi compagni di avventure, nuovi insegnanti, si modificano attività e orari, anche il corpo inizia a trasformarsi. L’incertezza diventa la protagonista assoluta di questo periodo perché i riferimenti stabili precedenti non ci sono più e i ragazzi possono vivere una crisi d’identità.
- Cambia innanzitutto il concetto di sé.
La struttura del pensiero diviene astratta e la realtà viene vissuta come una realizzazione del possibile: questo amplia gli orizzonti del sé che sono più o meno realistici, sono pensati e confrontati con la rappresentazione che il ragazzino ha di sé stesso. Le conseguenze di questo processo sono un atteggiamento critico: la realtà più vicina viene messa in discussione, a partire dall’aspetto fisico, fino ai propri talenti e alla relazione con i genitori, spesso fonte di scontri e discussioni.
- Cambia la relazione con i genitori.
La tendenza alla separazione è prevalente nei preadolescenti. I genitori non sono più riferimenti obbligati nelle proprie scelte: avviene un processo di differenziazione dalla madre e dal padre che va in parallelo con quello di costruzione dell’identità personale. Il rapporto diventa conflittuale, ma allo stesso tempo salutare, in quanto consente ai ragazzi di crescere e trovare la propria personale dimensione di sé verso una maggiore indipendenza.
- Il gruppo di pari diventa fondamentale.
Il gruppo come sostegno affettivo ed emotivo. Frequentare i coetanei diventa occasione per confrontare le trasformazioni fisiche e compiere le scelte sui gusti e sui valori attraverso i quali definire sé stessi. Sentirsi parte di un gruppo risponde al bisogno di avere dei riferimenti in seguito al processo di allontanamento dai genitori.
Possiamo dire quindi che la preadolescenza è l’età dei contrasti, periodo in cui normali difficoltà possono divenire problemi. Esistono però alcune strategie da tenere a mente per aiutare i ragazzi ad affrontare questo momento nel migliore dei modi.
4 piccole strategie
- È importante far svolgere al figlio attività extrascolastiche: sport, musica, scout. Sono modi di socializzare e sperimentare l’esposizione sociale che fanno aumentare la propria sicurezza.
- È bene evitare prediche o sgridate sull’incapacità o sull’eventuale difficoltà ad esporsi: il rischio sarebbe di far chiudere maggiormente i ragazzi in sé stessi.
- Mantenere un atteggiamento calmo ma deciso nel far rispettare regole, tempi e modi.
- Lasciare sempre spazio per la comunicazione in modo che i ragazzi si sentano liberi di esprimersi e di parlare. È importante rassicurarli sul fatto che il periodo è una fase normale della crescita e incoraggiarli a gestire autonomamente il proprio percorso.
Per concludere è molto importante mettere il preadolescente nella condizione di sperimentare la propria capacità di affrontare i problemi, essere pronti ad aiutarlo se necessario, ma tenendo a freno la smania di spianargli la strada.