Il cibo non è solo una fonte di sopravvivenza, ma anche di piacere. È uno stimolo trasversale che entra in contatto con i diversi livelli della nostra vita: ci fornisce l’energia necessaria per crescere, riprodurci e proteggerci dalle malattie; ci offre talvolta conforto quando cerchiamo il nostro cibo preferito; ci offre occasioni conviviali e il modo per festeggiare occasioni speciali. Ma non finisce qui, perché il cibo coinvolge anche diverse aree cerebrali; pare che semplicemente guardandolo, siamo in grado di estrapolare tante informazioni, grazie al contributo dei ricordi già presenti in memoria, frutto di esperienze passate.
Lo avresti mai detto?
La nostra alimentazione è legata infatti non solo a variabili fisiologiche, ma anche psicologiche, quali pensieri, credenze e aspettative. Tutti questi aspetti si influenzano reciprocamente, creando un intreccio a cui ciascuno di noi risponde agendo le proprie strategie e soluzioni. Talvolta esse possono risultare fallimentari, vere e proprie trappole mentali che ci impediscono di raggiungere i nostri obiettivi in termine di benessere mentale e corporeo. Oggi proveremo ad approfondire le differenze tra fame fisiologica e fame emotiva, per comprendere quali sono i momenti in cui nutriamo le nostre emozioni, anziché il nostro stomaco, e come evitarli.
Il valore simbolico del cibo.
Riconoscere e assecondare i nostri bisogni è molto importante per il nostro benessere, ma non sempre è così facile! Nella frenesia della vita quotidiana infatti c’è il rischio che si arrivi al punto di non sapere più cosa realmente vogliamo e quali sono le nostre necessità. Accumuliamo continuamente sensazioni e pensieri che, alla lunga, possono aggiungere stress allo stress e ci mandano in confusione. E talvolta è qui che il cibo può diventare una strategia per placare emozioni ‘scomode’.
Ci sono infatti diversi modi di vivere il cibo: può diventare un’esperienza di gusto, oppure essere usato per festeggiare o come ricompensa, e non sono assolutamente cose negative.
Se però mangiare diventa la sola modalità per far fronte a emozioni faticose da vivere, ad esempio quando il primo pensiero è aprire il frigorifero ogni volta che ci si sente turbati, stressati, soli, stanchi o arrabbiati, allora in questo caso è bene fare attenzione.
Sono proprio queste le situazioni che possono portarci a restare bloccati in un circolo vizioso. In questi casi il cibo acquisisce un valore simbolico: mangiamo per rivivere il nostro passato, come passatempo, per quietare le tensioni interiori o controllare emozioni difficili da gestire.
Fame fisiologica o fame emotiva?
Ci sono alcune strategie che ci consentono di capire quando la fame è fisiologica o emotiva: la prima è legata a un bisogno del corpo e cessa quando ci si è saziati, la seconda, invece, è legata al nostro stato d’animo.
La fame fisiologica inizia gradualmente, quando davvero siamo affamati, e quindi qualsiasi cibo può andare bene, anche quello salutare come la frutta. La fame emotiva sopraggiunge invece improvvisamente, col bisogno urgente e irrefrenabile di soddisfarla. Solitamente cerchiamo alimenti specifici, che danno immediata gratificazione al gusto. La sazietà, in questo caso, non impedisce di desiderare altro cibo piacevole, perché la fame arriva dalla testa, non dallo stomaco.
Ogni volta che ci viene da aprire la dispensa, poniamo quindi attenzione a noi stessi e allo stato emotivo in cui ci troviamo: emozioni, pensieri e desideri, come entrano in gioco? Quando l’atto del mangiare non è connesso ad un senso fisiologico di fame, può essere un modo per disattivare temporaneamente delle emozioni scomode, per trovare una soddisfazione momentanea e per evitare la fatica di andarci a cercare ciò che realmente ci serve.
Qualche consiglio per esplorare al meglio il tuo benessere alimentare e concederti il piacere di mangiare?
- Resta in contatto con il tuo corpo e accogli i tuoi bisogni.
- Pregusta ciò che desideri e scegli cosa mangiare prima di aprire la dispensa.
- Concediti il giusto tempo per mangiare e assapora ogni singolo boccone.
- Perdi un po’ il controllo, per poi riprenderlo. L’idea è: se te lo puoi concedere, puoi anche rinunciarci.
- Pianifica come e quando mangiare i cibi preferiti, in modo da goderteli appieno.