Vi è mai capitato di parlare con qualcuno e di non comprendersi l’uno con l’altro? Un pò quello che sembra descrivere Pirandello nel suo ‘Uno, Nessuno e Centomila’:
“[…] Ma il guaio è che voi, caro, non saprete mai, né io vi potrò mai comunicare come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d’intenderci, non ci siamo intesi affatto.”
Quali conclusioni possiamo quindi trarre?
Come rendere la nostra comunicazione “efficace” rispetto al nostro interlocutore.
La #comunicazione è una questione affascinante, quanto complessa. Lo scambio di informazioni che avviene nella comunicazione produce una influenza reciproca fra gli interlocutori che ne prendono parte. Questo significa che è importante porre attenzione al #CONTENUTO (ciò di cui parlo) e alla #RELAZIONE (riconoscere e condividere la propria idea in rapporto a chi ho di fronte).
Per quanto riguarda il ‘cosa diciamo‘, cioè il contenuto della comunicazione, alcuni aspetti che possono divenire ‘rischiosi’ sono, per esempio:
- Il dare per scontato aspetti che scontati non sono… è consuetudine dire patti chiari, amicizia lunga… può in effetti essere più funzionale esplicitare il proprio punto di vista ed essere chiari. Ogni persona ha in fondo la propria esperienza e le proprie abitudini, meglio spiegarsi e confrontarsi una volta in più che prendersela senza che l’Altro non abbia la possibilità di cogliere cosa stia succedendo.
- Possiamo attribuire #significati diversi per le medesime parole, quindi non diamoli troppo per scontati, soprattutto quando abbiamo a che fare con le questioni che ci stanno molto a cuore.
- La percezione che nell’interlocutore (anche quando siamo noi a parlare..) si celi un #giudizio negativo verso l’Altro. Così come per noi può essere poco piacevole avere la sensazione che l’Altro ci stia giudicando o svalutando, così può essere anche per le persone che ci circondano.
- Dimenticarsi che quando si parla e ci si confronta, é questione di #punti di vista, non di opinioni giuste o sbagliate.
- Il cosa diciamo è utile che si basi anche e soprattutto sulla persona che abbiamo di fronte. Un conto è parlare ad un bambino piccolo: in questo caso il tono della voce e le parole scelte, saranno modulate dall’adulto spontaneamente affinchè la propria comunicazione possa essere ben chiara e compresa dal bambino. Non sempre questo avviene quando si parla tra adulti, tuttavia è importante che ce lo si ricordi. Modulare il proprio tono di voce, le parole scelte, i contenuti da passare all’Altro in funzione di chi ci sta ascoltando, è un passo importante per evitare incomprensioni.
Quest’ultimo punto ci apre la strada su un aspetto alquanto importante; nella comunicazione ci sono diversi livelli che si influenzano a vicenda. Non solo quindi le parole scelte ma anche il modo in cui queste sono dette:
- Messaggi verbali: ciò che si dice, le parole che scegliamo di usare
- Messaggi paraverbali: intonazione e modulazione della voce (volume, timbro), pause, ritmi, silenzi…
- Messaggi non verbali: distanze, contatti corporei, posture e movimenti, gestualità, espressioni del volto, sguardi…
Come si può cogliere quindi, gli aspetti coinvolti nella nostra comunicazione, anche quando chiacchieriamo comodamente a casa o in spiaggia con i nostri amici, sono molteplici e non sempre chiari da cogliere.
Cosa possiamo fare dunque per cercare di rendere una comunicazione una #comunicazione efficace?
- Usare un linguaggio non valutativo, cercando di parlare al positivo
- Facilitare nei nostri interlocutori la sensazione di reciproco rispetto e ascolto, anche quando le loro idee sono diverse dalle nostre, rimanendo disponibili al confronto
- Valorizzare il potenziale di ciascun punto di vista, non banalizzando ciò che si ascolta a favore di ciò che diciamo
- Vivere le differenze come complementari e non come inconciliabili
- Saper ascoltare e rispettare i turni della comunicazione
- Usare parole che l’Altro possa comprendere
- Prestare attenzione non solo a quello che diciamo, anche a come lo diciamo (se dico che mi sto divertendo ma mentre lo dico sto sbadigliando…)
- Usare un tono di voce che consenta all’Altro di sentire, senza urlare
- Guardare il proprio interlocutore in viso mentre parla
Questi sono solo alcuni degli aspetti che entrano in gioco quando comunichiamo, che qui si espongono brevemente come spunto di riflessione personale: possono essere il primo, piccolo-grande passo per comprendere cosa possiamo fare per poter avere una comunicazione più efficace.