Oggi vi racconto una storia tratta dal libro che ho pubblicato “L’arte del dis-apprendere”. È la storia di un piccolo paziente che mette a dura prova i genitori, i quali devono esplorare nuove strade e nuove azioni quotidiane capaci di generare un potenziale cambiamento.
Davide e la sua passione per la tecnologia.
Davide, nome di fantasia, ha 6 anni e ama molto tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia. Trascorre gran parte del suo tempo tra tablet e cellulare e quando mamma e papà provano a sottrarglieli, urla e piange. Fanno addirittura fatica a farlo mangiare e l’unico modo per portarlo a tavola è consentirgli di usare i suoi videogiochi o di guardare la televisione. Finisce così per saltare spesso i pasti principali, ripiegando su pizzette, biscotti, merendine, cibi pronti, consumati in orari strani.
Si presentano da me chiedendomi come possono fare per migliorare la loro quotidianità ed essere d’aiuto a Davide. Come prima cosa individuiamo il comportamento principale che sta peggiorando il problema ed è il fatto che non ci sono regole chiare da rispettare. Per quanto tempo Davide può usare il cellulare? In quali momenti della giornata? E quali altri attività può invece svolgere se non usa tablet e telefonino?
Da qui siamo partiti per individuare alcune strategie educative utili a far cambiare la situazione, rendendo Davide protagonista del processo.
Strategie migliorative.
Abbiamo definito innanzitutto due regole fulcro, alle quali restare costantemente aggrappati: il fatto di concordare un tempo massimo di utilizzo di cellulare e tablet e di sedere a tavola tutti insieme per pranzare e cenare, con la televisione spenta.
Come sono state declinate queste regole nel quotidiano? Davide è stato subito coinvolto e, insieme a mamma e papà, ha creato un cartellone da appendere in cucina, fatto di fotografie e immagini, su cui sono stati fissati i comportamenti da mettere in atto.
Tutti d’accordo nello stabilire che:
- la tecnologia si usa solo un’ora al giorno, in due momenti distinti: mezz’ora di tablet dopo cena, solo se Davide avrà mangiato negli orari stabiliti e l’altra mezz’ora a sua scelta;
- sarà Davide a verificare che tutti in famiglia rispettino la regola di pranzare e cenare insieme e con la televisione spenta. Controllerà che tutti siano puntuali e aiuterà nella preparazione di qualche pietanza;
- ci sarà una raccolta punti: Davide accumulerà un punto ogni volta che rispetterà entrambe le regole. Arrivato a 10 vincerà un bel premio;
- niente cibo spazzatura fuori pasto: solo frutta, oppure si mangerà al pasto successivo.
Le regole sono diventate chiare a tutti e i genitori sanno che, per il bene di Davide, non dovranno cedere. Iniziano a sentirsi più competenti e capaci nel gestire aspetti educativi per loro rilevanti e hanno la consapevolezza di essere nella giusta direzione.
Quando si possiedono gli strumenti e le risorse adatte ad affrontare una determinata situazione, il percorso diventa più semplice per tutta la famiglia.