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Apprendimento
ADHD: oltre la disattenzione c’è di più
28 Giugno 2022 by Francesca in Apprendimento

Informazioni generali e strategie per gestire gli ADHD

Oggi parliamo delle problematiche che hanno a che fare con l’attenzione, un’abilità cognitiva complessa, implicata in diversi compiti e attività che, inevitabilmente, si intreccia anche con l’apprendimento e con gli aspetti emotivi delle persone. Possiamo definire gli ADHD come disturbi da deficit dell’attenzione, iperattività e impulsività. Se ci pensiamo bene, sono aspetti che in qualche misura capita a tutti noi di vivere, diventano però un problema quando sono stabili nel tempo e compromettono la qualità della vita. I bambini e i ragazzi che incontrano questa difficoltà hanno un modo diverso di percepire e reagire al mondo. Fanno fatica ad automatizzare la regolazione del proprio pensiero, del proprio comportamento e delle proprie emozioni. Si tratta di una neuro divergenza e non tutti i casi si manifestano allo stesso modo.

L’attenzione e le sue sfumature

Sono tante le componenti che entrano in gioco nella sfera dell’attenzione e che assumono il ruolo di funzioni esecutive. Vediamole insieme.

  • Stato di allerta: la capacità delle nostra mente di prestare attenzione verso particolari stimoli ambientali e sensoriali.
  • Motivazione: il saper regolare e mantenere il nostro sforzo in funzione dell’obiettivo che vogliamo raggiungere.
  • Ritmo: la capacità di equilibrare la nostra attenzione e le nostre risorse in virtù del tempo che abbiamo a disposizione per svolgere un determinato compito.
  • Gestione delle emozioni: l’essere in grado di modularle in funzione del momento che stiamo vivendo.
  • Inibizione: l’abilità di trattenere un’azione o un pensiero, in relazione al momento presente.
  • Flessibilità: il saper generare nuove idee e usare il feedback che ci arriva dall’esterno per rimodificare il nostro comportamento in caso di errori.
  • Pianificazione: la capacità di integrare più informazioni e definire un piano d’azione atto a raggiungere un obiettivo.
  • Memoria di lavoro: riuscire a ricordare diverse informazioni che ci servono per svolgere un’attività.
  • Monitoraggio: l’essere in grado di controllare e correggere il lavoro che stiamo svolgendo.

Tutto questo ci fa capire quante siano le variabili che ruotano attorno ai disturbi dell’attenzione e quanto possano essere diversi i sintomi manifestati. Hanno comunque tutti a che fare con la dimensione attentiva, dell’impulsività e dell’iperattività. Alcuni bambini si distraggono facilmente, fanno fatica a impegnarsi in compiti che richiedono tempi prolungati di sforzo mentale e si arrendono subito, hanno difficoltà a stare seduti e a mantenere la stessa postura a lungo, altri parlano eccessivamente, intervengono in modo non appropriato e usano oggetti altrui senza permesso. Possono risultare disorganizzati, sbadati, frenetici, in continuo movimento, ma i loro comportamenti non sono intenzionali, semplicemente non riescono ad automatizzare aspetti e abilità che a noi sembrano facili. Se ci aggiungiamo poi il fatto che apprendimento, emozioni e attenzione si influenzano a vicenda, capiamo quanto sia complesso gestire in maniera efficace i bambini e i ragazzi con gli ADHD.

Le strategie da sperimentare per gestire le criticità

Non esistono ricette valide per tutti, ma possiamo intervenire a diversi livelli.
In primis è importante osservare per comprendere le ragioni dei comportamenti critici. Quello che a noi sembra un comportamento problematico, potrebbe avere invece una funzione utile per chi lo attua. Scoprire i punti di forza, quelli di debolezza e le abilità emergenti dei nostri piccoli interlocutori, ci aiuta a progettare azioni tese a un cambiamento. E per questo è fondamentale avere ben chiaro l’obiettivo da raggiungere: più è specifico e realistico, più riusciamo a capire quali strategie mettere in campo e come modificarle in tempo reale. Infine è estremamente importante comunicare in modo efficace, senza mai dare per scontati aspetti che scontati invece non sono, senza urlare, dando sempre istruzioni semplici, chiare e trasmettendo comprensione e accettazione. Se i bimbi e i ragazzi si sentono accolti, sarà infatti più semplice creare quel legame affettivo tanto prezioso per mantenere alte motivazione e autostima, indispensabili per permettervi di camminare insieme verso la stessa direzione.

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Francesca

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